Fiesta racconta la storia di un gruppo di amici americani che decidono di assistere alla festa della città di Pamplona che noi conosciamo molto bene. Nel gruppo, decisamente a suo agio tra i fiumi di vino e birra, i locali, i balli, i festeggiamenti e gli eccessi, iniziano a nascere i primi dissapori che rompono l'armonia tra di loro. La colpevole di queste gelosie è Brett che prima suscita scalpore tra gli ex amici uomni, poi si innamora di un giovane matador e decide di scappare con lui alla fine della festa.
Nel romanzo ha riportato anche la tragedia della prima vittima dei tori durante l'encierro, accaduta nel 1924, durante la sua seconda partecipazione. La racconta come se stesse facendo una cronoca, senza coinvolgimento, forse per rispecchiare il suo stesso frastuono, indeciso tra lo sdegno e l'adrenalina.
Hemingway si è ritrovato a Pamplona per la prima volta il 6 luglio 1923, proprio il giorno dell'apertura dei Sanfermines. Questo evento deve averlo immensamente colpito, affascinato dalla città e dal clima che si respirava in quei giorni, si è talmente innamorato di questa festa da tornarci altre otto volte, fino a poco prima del suo suicidio.
Pare evidente quanto sia stata fondamentale, per la sua vita e la sua carriera, la scoperta di questa tradizione spagnola anche se altrettando importante è stato l'apporto dello scrittore alla notorietà e all'esportabilità della festa. I pamplonesi sono fieri dell'incontro con Hemingway, della sua ammirazione e del suo attaccamento alla città, tanto da avergli dedicato un percorso, la "ruta Hemingway" che attraversa il centro di Pamplona passando per le vie e i locali frequentati dall'autore, fino al museo a lui dedicato. Per sapere altri dettagli della vita pamplonese di Ernest Hemingway, potete leggere questa pagina, magari con l'aiuto di un traduttore visto che è scritta in lingua spagnola.
Fonte: www.sanfermin.com